Costituzione è Liberazione

Le Costituzioni sono documenti storici e la nostra non fa eccezione, risultando espressione di un compromesso virtuoso e irripetibile di visioni diverse ma unite nella volontà di superare il doloroso passato illiberale e cristallizzare il patrimonio comune di principi e valori inclusivi e pluralisti.

La Carta che, in Italia, dal 1948 stabilisce le basi su cui si fonda il nuovo ordinamento democratico è un documento di reazione alla esperienza vissuta dalle madri e dai padri costituenti, che avevano sperimentato direttamente la realtà in una forma di Stato dirigista e paternalista, in cui la vita dei singoli era eterodiretta secondo canali stabiliti dal regime, che organizzava rigidamente sin dall’infanzia l’esistenza pubblica e privata della cittadinanza.

La Costituzione italiana trasuda antifascismo perché il rifiuto del regime autoritario è il collante che lega le diverse identità della Resistenza, cementate nella costruzione di una intesa costituzionale condivisa. L’antifascismo non si esaurisce in una matrice ideologica ma costituisce la visione ampia delle anime che – politicamente distanti ma convergenti nella volontà di costruire un patto costituzionale democratico – condivisero il progetto di instaurare un modello in cui tutti potessero vivere e coltivare la propria libertà.

Nell’Assemblea Costituente esponenti di correnti ideologiche opposte – laiche e cattoliche, comuniste e liberali, centriste e radicali – lavorarono fianco a fianco, alternando confronti armonici a scontri accesi che sfociarono infine in una formula normativa garantista e non ripiegata su interessi di parte.

Il filo rosso che accomunava culture e visioni ideologiche lontane era l’imprinting antifascista che si evince ancora dalla lettura organica dei principi fondamentali, dei diritti, dei doveri e della organizzazione istituzionale che caratterizza l’impianto costituzionale italiano. Così l’articolo 3 elenca al primo comma la gamma di discriminazioni operate sistematicamente durante il fascismo per prenderne le distanze: non più distinzioni di sesso, razza, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, così dice la Costituzione. Ancora, in netta controtendenza con il regime previgente, la Repubblica riconosce e valorizza le autonomie territoriali, garantisce le minoranze linguistiche, assicura la libertà di circolazione, associazione, riunione e ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie. L’impostazione dell’architettura istituzionale risente del complesso del tiranno e delinea strumenti di razionalizzazione della forma di governo orientati ad assicurare l’equilibrio dei poteri. Un sistema di pesi e contrappesi pensato come antidoto contro l’autoritarismo.

Lo spirito della Costituzione Repubblicana è inequivocabilmente antifascista.

Carla Bassu, 24 aprile 2023