Le immagini intollerabili provenienti da Gaza umiliano l’umanità intera, come accaduto troppo spesso in passato e non solo.
L’essere umano che troneggia nelle Costituzioni, nelle carte dei diritti sovranazionali e internazionali in cui si rivendica il valore insindacabile della dignità viene annichilito sistematicamente da un uso spropositato, indiscriminato, ingiustificabile del potere da parte di un governo che non è sovrapponibile al paese che guida.
La strage di civili che si consuma sotto i nostri occhi lontani lascia attoniti e tiene svegli di notte, a interrogarsi sulle grandi domande della vita, la lotteria sociale e geopolitica, la natura umana, la follia del potere.
Orrore, straniamento, soprattutto impotenza accompagnano in sottofondo le giornate di chi ha il privilegio di essere nato in una democrazia e va avanti nelle attività quotidiane, interrotte da quelle immagini, pianti, espressioni terrorizzate che feriscono a morte ma ci raggiungono da spettatori inermi.
La mobilitazione massiccia di solidarietà e richiamo alle istituzioni affinché prendano posizione contro attacchi efferati a civili innocenti (definisci bambino!) è una goccia nel mare ma è un’azione doverosa per un popolo consapevole del valore inestimabile di ogni persona, che rivendica il rispetto dei diritti umani e denuncia, non arrendendosi alla banalità del male.
Chi vive in un ordinamento democratico e ne costituisce il cardine, soggetto legittimante del potere, è responsabile delle proprie scelte e ha il diritto e il dovere di fare sentire la propria voce, come strumento democratico riconosciuto dall’ordinamento costituzionale.
Continueremo a non dormire la notte, a interrogare i grandi e le grandi della filosofia (più filosofia nelle scuole: Platone, Kant ma anche Hannah Arendt!) ma avremo versato la nostra goccia nel mare, esercitando il nostro potere costituzionale, che scava la roccia e ricorda a chi ci rappresenta le priorità di una democrazia degna di questo nome.